Poetica

Ho camminato per il mondo da sempre, trascorrendo la prima parte della mia vita ad  odorare, ingurgitare e digerire  questo luna-park multicolore, multiculturale. Poi, piano, piano, meno entusiasmo per la moltitudine là fuori, possedevo il mondo, conoscevo le etnie, le religioni,  le inflessioni, ero satolla, avevo tracciato una circonferenza e volevo concentrarmi sul suo centro.  FERMA !  Dovevo stare ferma !  Basta girare, mi sono detta ! Ritorna dentro di te ! Cerca l’intero in ogni parte.

Ora  cerco l’intero pur vivendo nell’illusione di ogni sua parte. E fa male esserne consapevole ma non riuscire  a fare un salto quantico.

Urge il desiderio forte di condensare in uno spazio contenuto tutti quegli anni di odori e sapori a spasso per il mondo.

Urge, fino a trafiggere, la voglia di indagare il dentro piuttosto che il fuori, l’interiore, il piccolo. ” E’ nella rugiada delle piccole cose che l’anima trova il suo cammino e si ristora” recita Kahalil Gibran.

Da sempre il parallelismo che mi ossessiona felicemente è l’apparente dualità tra mente e corpo, tra materia e spirito. E’ attaverso la materia che si arriva a comprendere lo spirito, attraverso il consumare bruciante delle passioni che si ottiene un barlume di saggezza. Noi viviamo governati dalla “pancia” ma evolvendo nel regno spazio-temporale ci siamo addestrati a dominarla con la ragione, agognamo l’equilibrio, la serenità, ma troppo spesso li cerchiamo all’esterno e non dentro di noi come dovremmo. Qualcuno ha detto: ” se non sei in te, non sei da nessuna parte ” e qualcun’altro: ” il viaggio della vita è capire che si arriva dove si è sempre stati “.

Il mio personale guardarmi dentro in termini psicanalitici, sfocia nell’osservazione istologico-anatomica e provo infantile stupore nell’ osservare la struggente bellezza, in quanto governata da intelligenza, della complessa vita all’interno del corpo umano.

Ebbene, il succo del mio racconto che considero solo una premessa, sta nell’affermazione finale, nel mio credo più profondo: ” in verità non esiste alcun dualismo, non c’è separazione tra materia e spirito, tutto è UNO, non c’è un punto in cui finisce il corpo e inizia lo spirito. Noi non siamo solo il nostro corpo ma molto di più, siamo infiniti, increati. La morte, il più grande tabù, è un passaggio nel regno del sottile dove tempo e spazio si annullano per lasciare posto al Pensiero Creatore. La fisica quantistica è maestra nel dimostrarci scientificamente che il mondo subatomico è intelligente, dotato di coscienza non locale. La vita, visibile e invisibile, il micro come il macro sono parte di una continuità, una estensione indivisa dei (due) piani.

Materia e antimateria? Esiste solo l’UNO.

L’osservatore, (coscienza ) è l’osservato (materia in altro stato di coscienza ) e a dirlo è il premio Nobel per la Fisica  1922  Niels Bohr.

Beatrice Tosi